Oggi. ultimo giorno di festival, era possibile incontrare Dennis Kitchen. Ma chi è?
Nel 1969 Dennis Kitchen decise di autopubblicare i suoi fumetti sulla rivista Mom’s Homemade Comics, ispirata in parte a Bijou Funnies e Zap Comix. L’esaurimento della tiratura di 4000 copie lo ispirò ulteriormente e nel 1970 fondò Kitchen Sink Press (inizialmente come cooperativa di artisti) e lanciò il giornale clandestino The Bugle-American, con Jim Mitchell e altri . Sotto il nome di Krupp Syndicate, ha distribuito fumetti a quasi 50 altri giornali clandestini e universitari. Oltre agli artisti di Milwaukee come lui, Mitchell, Bruce Walthers, Don Glassford e Wendel Pugh, Kitchen iniziò a pubblicare opere di fumettisti come Howard Cruse, Robert Crumb, Art Spiegelman, Justin Green, Trina Robbins e S. Clay Wilson, e presto ampliò le sue operazioni, lanciando Krupp Comic Works, un’organizzazione madre in cui ha conferito la proprietà di Kitchen Sink Press e attraverso la quale ha anche lanciato iniziative così diverse come una casa discografica e uno studio di arte commerciale. Nel 1980 ha invitato Cruse a creare Gay Comix, uno dei primi fumetti a presentare il lavoro di fumettisti apertamente gay e lesbiche. Negli anni ’80 fino all’inizio degli anni ’90, Kitchen Sink Press ha pubblicato leggende del settore come Will Eisner, Harvey Kurtzman, Al Capp e creatori alternativi pluripremiati come Mark Schultz, Monte Beauchamp e Charles Burns. Nel 1993, Kitchen Sink Press si è fusa con Tundra Publishing di Kevin Eastman e si è trasferita a Northampton, Massachusetts. Ha continuato pubblicando opere di Alan Moore, Neil Gaiman, James O’Barr, Don Simpson e Scott McCloud, vincendo numerosi Eisner e Harvey Awards.
Ma intanto gli abitanti di Monaco di Baviera erano a prendere il sole lungo il fiume Isar che taglia la città…
Il fatto che un festival come questo, seppure a quanto sembra realizzato con minori risorse rispetto agli anni pre pandemia, abbia fatto (abbiamo stimato) meno di 2000 presenze in quattro giorni, con ingresso gratuito, in una città di un milione e mezzo di abitanti, la dice lunga su quanto in Germania, comunque, il fumetto sia un prodotto davvero “di nicchia”.
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