Ieri, 21 luglio, si è spento il pittore Franco Venanti. Personaggio importante della cultura, strenuo difensore dell’arte figurativa, ma anche scrittore e comunque mente vivace anche in tarda età, ha sempre dimostrato un grande rispetto per il mondo del fumetto, da lettore e da collezionista, e abbiamo parlato spesso della sua grande ammirazione per i disegnatori di strisce, legata alla sua straboordante passione per il disegno. Più volte ci ha chiesto di andare a raccontare la storia del fumetto italiano e dei suoi maestri alla sua associazione Bonazzi, e sempre è stato bello scambiare idee con lui, che la pensava diversamente da noi su quasi tutto, ma non temeva il confronto.
Vogliamo ricordarlo con la minore, forse, delle sue opere: una specie di volume quasi “a fumetti” che realizzò insieme al giornalista Francobaldo Chiocci, suo amico e coetaneo eugubino, nel 1972. Si tratta di un simpatico volume di foto e disegni che raccontano, con gli occhi dei due, la Perugia dell’immediato dopoguerra, un’opera satirica che non risparmia nessuno, dai cattolici ai comunisti, dalla moda ai “pappagalli” perugini appostati fuori da Palazzo Gallenga a rimorchiare straniere.