I Consigli del Lunedì – 13
Asterios, un famoso professore di architettura ed architetto “in potenza” (nessuno dei progetti da lui disegnato è mai stato costruito), di origini greche, in seguito ad un evento particolare come la caduta di un fulmine sulla sua casa e il conseguente incendio, decide di abbandonare tutto. Lascia New York, la città in cui viveva con Hanna, la giovane moglie scultrice, prendendo il primo autobus alla volta del nulla, arrivando fin dove i soldi che ha con sé gli permettono. Quasi per caso si reinventerà meccanico in una provincia indefinita e questa sarà l’occasione per esaminare un passato molto ingombrante che verrà pian piano a galla.
Se mai c’è stato un fumetto che sia andato oltre, sicuramente quello è Asterios Polyp (Coconino, 2009/2012, 344 pg), vincitore di tre Eisner Award e tre Harvey Awards e del Book Prize del Los Angeles Times, definirlo un vero e proprio capolavoro non è esagerare. Mazzucchelli con notevole maestria ci propone una narrazione esiziale ma profondamente americana, che può ricordare sia per i temi affrontati che per gli ambienti in cui i personaggi si muovono, gli autori del “grande romanzo americano”. Le influenze di Faulkner, Hemingway, Roth, per fare tre esempi, già presenti in lavori precedenti dell’autore (Big Man, Discovering America, Storie), sono però filtrate attraverso una lente contemporanea e postmoderna à la Don DeLillo.
Ostile fin dalla copertina e dal packaging (Mazzucchelli ha riferito di aver tentato di renderlo più frustrante possibile), Asterios Polyp è un libro lungo e complesso, che non segue un ordine cronologico o una struttura classica, nonostante i forti rimandi alle grandi tragedie greche, ma che esamina a fondo temi filosofici.
Graficamente Mazzucchelli esplora e sperimenta andando, appunto, veramente oltre. Una molteplicità di stili grafici si alterna spesso all’interno della stessa vignetta, ma sempre seguendo una logica e un tratto nitido e chiaro. Lo si riscontra in tutto: La geometria delle linee, la destrutturazione degli oggetti (lo stesso protagonista è una figura bidimensionale simile a quelle di Chester Gould ma che cambia e muta forma più volte), il simbolismo in ogni forma e figura, le allegorie presenti fin dal nome in ogni personaggio, l’alternanza dei colori primari e, soprattutto, l’attenzione ossessiva per gli spazi che riesce a mantenere facile la lettura pur alternando alle gabbie classiche delle vignette e dei relativi “balloon” a momenti in cui sia i personaggi che le scritte rompono letteralmente ogni insieme in cui sono contenuti.
Tematicamente Asterios Polyp è pieno di dualismi. Il protagonista si trova costantemente costretto tra opposti di diversa natura, non sono solo il suo modo di pensare e la sua storia personale ad essere divise in due parti, è l’intero libro ad alternare commedia e tragedia, dai gemelli mai nati fino agli asteroidi. Se vi consigliamo questa lettura è perché siamo convinti che, donandogli la giusta attenzione, riesca a portarvi alla catarsi.
Consiglio scritto da Giallo Giuman