I Consigli del Lunedi – 22

A cavallo tra un hotel di lusso e una tendopoli in un parco, il senzatetto Susumu Nakoshi ripete ogni giorno i soliti gesti vuoti: di giorno nasconde i problemi di bulimia ai clochard che gli offrono il poco cibo che hanno; di notte, invece, Susumu dorme rannicchiato in posizione fetale, nel retro della sua vecchia auto. L’arrivo di Manabu Ito, tuttavia, rompe il circolo vizioso; il giovane medico propone un esperimento di natura sensoriale al senzatetto: Susumu dovrà farsi praticare un foro al cranio, cosa che modificherà in maniera significativa la sua percezione ambientale. Seppur riluttante, l’uomo accetterà, divenendo però capace di vedere le perverse e distorte manifestazioni dell’animo umano, rinominate poi da Manabu col termine “Homunculus”.

Hideo Yamamoto, già conosciuto come l’ideatore del violentissimo manga “Ichi the Killer”, da cui sono stati tratti un famoso film omonimo di Takashi Miike e un mediometraggio meno conosciuto, diretto da Shinji Ishidaira, con Homunculus (Planet Manga, 2005-2012) ci propone un altro seinen horror ricco di scene violente ma decisamente più introspettivo del precedente lavoro.

Susumu, l’eccentrico protagonista senzatetto, si troverà ad aiutare di volta in volta questi strani esseri, gli homunculus. Ma, ogni volta che questo avviene, una parte di loro si trasferirà in Susumo, cambiando radicalmente la propria visione di sé stesso e avviandolo verso un vero e proprio declino mentale che gli causerà diversi problemi. Le creature, tuttavia, non rappresentano che un pretesto per raccontare le motivazioni che hanno portato Susumu a vivere nella condizione in cui ci viene presentato per la prima volta.

Certamente “Homunculus”, opera complessa e angosciante, non è una lettura facile. Il modo in cui vengono trattate determinate tematiche sociali all’interno dell’opera può intimidire sia neofiti che veterani dei manga ma più di tutti le persone impressionabili o sensibili a scene estremamente crude. Nonostante questo, è sicuramente una lettura che fa riflettere. Come per le atmosfere surreali dei film di Lynch o Cronenberg, il disgusto e lo shock iniziali sono solo un pretesto per scavare a fondo nel nostro inconscio.

Il tratto di Yamamoto è preciso e lineare, ogni tavola ha delle illustrazioni estremamente dettagliate ma pulite, nulla è lasciato all’immaginazione. La lettura è scorrevole, i dialoghi assurdi, il finale è inaspettato, tanto che se si è alla ricerca di risposte concrete, si potrebbe quasi rimaner delusi; per fortuna però il viaggio in cui Yamamoto ci ha condotto è talmente avvincente da far evaporare qualsiasi nostro risentimento.

Scritto da Giallo Giuman

Di Biblioteca delle Nuvole

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