I Consigli Della Biblioteca
Definire Alice In Sunderland di Bryan Talbot (Comma 22, 2015, 324 pagine) un fumetto o una graphic novel è riduttivo. Non solo perché Talbot mischia diversissimi stili di disegno, spesso integrandoli ad un ibrido di molte altre tecniche: il collage, la fotografia, la cartografia, etc. ma anche perché, dal punto di vista narrativo, leggere Alice In Sunderland è spesso più vicino a leggere una biografia storica, un trattato e/o una guida turistica piuttosto che un fumetto classico.
E’ proprio questo che rende l’opera geniale e totalmente unica nel suo genere. Il dispositivo che innesca il racconto, o meglio ancora, la ricerca è la vita di Lewis Carroll/Charles Dodgson, il famoso autore di Alice Nel Paese Delle Meraviglie e Attraverso Lo Specchio, e il collegamento tra lui e la città di Sunderland dove trascorse brevi periodi e incontrò quelle bambine, tra cui Alice Lidell, che gli ispirarono l’idea per il libro. La stessa città non ha un ruolo secondario, anzi, viene ricordata come il punto in cui nacque la civiltà britannica, centro culturale della cristianità, il più grande cantiere navale della sua epoca ma al tempo stesso anche ciò che sancì di fatto l’inizio dell’epidemia del colera nel Regno Unito.
Il lavoro di Talbot è un lavoro di riscoperta, l’integrazione tra la storia della città, la biografia di Carroll e le esperienze personali rendono la lettura avvincente e interessante. Perché gli storici hanno sempre snobbato il rapporto tra Carroll e la città di Sunderland concentrandosi invece su quello che aveva con Oxford? Nello spiegarci tutto ciò il “Virgilio” della storia è Talbot stesso che entrato in un teatro vuoto assiste a una performance incentrata sulla storia dello stesso teatro, da lì, come per magia, il fumetto riporta graficamente il senso di stupore che a volte si prova assistendo a uno spettacolo di teatro (o durante una lettura di un libro particolarmente appassionante); quella trance emotiva in cui ci dimentichiamo di noi stessi e ci immergiamo talmente con la nostra concentrazione nelle storie che ci vengono raccontate, o che vengono rappresentate dinnanzi ai nostri occhi, che la nostra fantasia raggiunge un piano diverso di esperienza e riusciamo a “vedere” geograficamente la scenografia in cui è ambientata la storia.
Il piacere della lettura di questo capolavoro ci fa sprofondare nei ricordi di quando le nostre nonne ci raccontavano le storielle per farci addormentare ed è così approfondito e ben fatto da invogliarci a trovare tutti i riferimenti presenti: le canzoni, i video con pezzi di cabaret di comici del passato ormai dimenticati, i film citati e così via. L’unione tra fumetto e fotografia ha inoltre un altro grosso pregio, al contrario di una guida turistica che ha soltanto la parola scritta per recensire o parlare di un luogo, Alice In Sunderland riesce a “portarci effettivamente” nei luoghi che tratta, creando appigli visivi per la nostra mente che così è libera di limitare l’effetto di astrazione e di agganciarlo a qualcosa di già esistente. L’effetto è potentissimo, spesso sembra di entrare nel narratore e vedere tramite i suoi occhi.
Se immergervi nella lettura e intraprendere questo articolato percorso vi sembra difficile e avete l’idea che il libro possa essere ostico e lontano dal fumetto, sappiate che siete nel torto, ogni appassionato dovrebbe impegnarsi e darsi almeno una possibilità di ricredersi visto che all’interno del libro viene analizzato, con dovizia di particolari, quello che è considerato il primo fumetto esistente, ovvero l’arazzo di Bayeux. Se questo non bastasse sappiate che ogni fiaba e deviazione dal racconto principale potrebbe essere analizzata e letta a sé stante riuscendo a far contenti sia gli amanti del disegno più moderno che coloro che apprezzano invece cose più classiche, infine la narrazione è condita con uno squisito umorismo inglese.
Ci sono tanti termini con cui definire quest’opera, “noiosa” non è sicuramente tra questi, al contrario usare “imprescindibile” ci sembra più che adeguato.
Consiglio scritto da Giallo Giuman