I Consigli del Lunedì – 19
 
Dopo i suoi esordi come autore di manga sportivi e commedie sentimentali, Naoki Urasawa decide – dagli anni ’90 – di dedicarsi appieno a quelle che diventeranno poi le sue opere di maggior successo: il thriller poliziesco “Monster” (1994-2001), il fanta thriller “20th Century Boys” (1999-2006) e il rifacimento del classico tezukiano “Tetsuwan Atom” (da noi in Italia conosciuto come “Astro Boy”) e poi “Pluto” (2003-2009).
 
È proprio sulla seconda opera citata, da molti considerata come il capolavoro del maestro, che noi della Biblioteca ci vogliamo soffermare oggi. Già dalle prime pagine Urasawa sembra descriverci episodi tratti dalla sua infanzia: i protagonisti di quest’opera, Kenji Endo, Choshi “Occio” Ochia, Yoshitsune e Maruo, non sono altro che l’incarnazione dei ragazzini un po’ sfigati già visti nei romanzi di Stephen King, nelle opere di derivazione spielberghiana o nella più recente serie televisiva “Stranger Things”.
 
Durante le estati di fine anni ’60, in un Giappone che sta vivendo una fase transitoria in cui le influenze dall’Occidente vengono indissolubilmente fuse con lo stile di vita nipponico, Kenji e i suoi amici, un “Club dei Perdenti” ante litteram, rimangono irrimediabilmente affascinati da questo nuovo mondo fatto di promesse, giustizia, libertà e rivoluzione.
È in questa piena spensieratezza che i quattro amici decidono di suggellare la loro amicizia attraverso l’atto di edificare un fortino, un “circolo privato”, con tanto di vessillo, concesso solo ai veri amici, dove ci si può sentire al sicuro da bulli, compiti e qualsiasi preoccupazione.
 
“Ozio” e “gioco” sembrano le sole parole d’ordine poste all’ingresso di questa base segreta. Pomeriggi passati ad ascoltare musica rock alla radio, leggere riviste manga oppure a inventare ridicoli piani per la conquista del mondo, con tanto di robot, alieni, cattivi ed eroi. Giochi futili e innocenti, passeggeri come l’infanzia che piano piano cede il posto alle prime delusioni amorose, ai sogni infranti e alle responsabilità dell’età adulta. Ma quello che Kenji ancora non sa è che l’infanzia non finisce mai ed è pronta a ritornare sotto forma di una setta che trent’anni dopo quelle allegre estati sta plagiando le menti di molti giapponesi.
 
 
A comandarla un uomo chiamato l’Amico, il cui volto è nascosto dietro una maschera con su disegnato lo stesso simbolo della base segreta eretta anni fa, intenzionato a mettere in atto il piano di conquista e sterminio della razza umana inventato da bambini da Kenji e i suoi amici. Chi è l’uomo dietro quella maschera e come porre fine alla sua follia? Sarà compito di Kenji, della sua famiglia e dei suoi vecchi amici scoprirlo.
 
Il maestro Urasawa mette in scena un thriller carico di tensione, colpi di scena, impreziosito dal suo amore per la cultura anni ’60: i richiami alle serie manga di quel periodo, i testi delle canzoni rock di gruppi leggendari come Crosby, Stills, Nash & Young, Creedence Clearwater Revival o i T. Rex, dai quali prende in prestito il titolo di una delle loro hit più celebri per usarlo come nome per questa serie.
 
Coadiuvato dalle magnifiche tavole di Urasawa, 20th Century Boys rappresenta un nuovo standard qualitativo per il fumetto giapponese, arrivando a vincere anche il prestigioso Eisner Award.
 
Un manga in 22 volumi edito da Panini Comics (più un sequel in due volumi, “21st Century Boys”, che rappresenta l’epilogo di questa avventura) capace di stupire ed emozionare e che non vi stancherà mai nel leggerlo.
 
Consiglio scritto da Filippo Paparelli
 

Di Biblioteca delle Nuvole

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