Sullo sfondo di un paese diviso nelle idee e nella società, in una provincia italiana del 2048, si delinea la storia di Raniero, psicologo sulla cinquantina, nostalgico del passato e avverso al progresso tecnologico. È lui tra i primi ad assistere ad una delle apparizioni dei messaggi nel cielo: forme geometriche che sbloccano nuove facoltà mentali.
Da qui in poi tutto si svolge rapidamente: il conseguente incidente, la casa saccheggiata, la separazione dalla moglie, e infine, l’incontro con Dora, una giovane paziente così eterea che sembra venuta da un altro pianeta. Questi sono gli eventi che segnano l’inizio del suo percorso e che lo porteranno, grazie a Dora, ad un nuovo equilibrio.
Col suo primo “Rosso Oltremare” e il suo secondo “La signorina Else”, Manuele Fior raggiunge un notevole consenso di pubblico e di critica, confermato poi dal successivo “Cinquemila chilometri al secondo”, vincitore, tra i tanti premi, del Gran Guinigi di Lucca Comics e del Fauve d’Or di Angoulême. Ma è con “L’Intervista” (Coconino Press, 2013) che Fior rompe completamente con il tipo di narrazione intima e con l’uso del colore del suo ultimo successo, per sperimentare nuove tecniche grafiche – dimostrando una grande padronanza della china e del carboncino – così come di quelle narrative, con una sceneggiatura sofisticata e dai passaggi fluidi.
I riferimenti culturali, tra fumetto, cinema, design, architettura, letteratura, abbondano e sono spesso molto ben integrati rendendo il quadro generale estremamente elegante come pure il disegno, raffinato e controllato.
«Avevo voglia di occuparmi della fantascienza un po’ perché il fantastico è il genere di fumetto da cui vengo, da cui anche ho davvero pensato di fare questo mestiere. I fumetti di supereroi, le saghe degli X-Men, ma anche Little Nemo. In fondo il fumetto è un linguaggio privilegiato per il fantastico. Per cui era abbastanza chiara questa cosa: fare qualcosa che fosse un’opera più possibile di fantasia. Avevo voglia di usare personaggi il più lontano da me, dal mio lavoro, dalla mia età, dalla mia condizione sociale. Ho deciso che avrei raccontato di un contatto, volevo che ci fosse questo momento in cui si guarda qualcosa, nel cielo, che non si capisce che cos’è.»
Tra i vasti cieli neri della campagna friulana, tra crisi coniugali e divario generazionale, tra i sostenitori del vecchio mondo e quelli di una nuova società, tra l’incommensurabile e il familiare, “L’Intervista” è un racconto elegante ed intimo che enuncia le discontinuità e i dissapori della società, delle relazioni e degli affetti, che usa la fantascienza per rivelare le fragilità delle relazioni umane.
Consiglio scritto da Nicola Andreani